Miglior prestito a tasso zero: chi può ottenerlo, chi può fare domanda, info

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Capita spesso che per realizzare un proprio progetto o quel sogno tenuto da tempo nel cassetto, sia necessario ottenere una somma in denaro utile alla spesa da fronteggiare. Molte volte, purtroppo, non si ha a disposizione la giusta quantità di soldi ed è per tale motivo che richiedere un prestito risulterà inevitabile.

Di prestiti, attualmente, ne esistono varie tipologie. Il che potrebbe certamente creare non poca confusione a chi si affaccia a questo mondo. Tuttavia, basterà conoscere i giusti punti chiave per poter individuare la soluzione migliore per le proprie esigenze. Uno degli aspetti da osservare al momento della richiesta di un prestito è il costo degli interessi. Ma come funziona quando vengono offerti dei prestiti a tasso zero? Nel nostro articolo vorremmo introdurre non solo in modo generico le caratteristiche di un prestito, ma anche capire come funziona quando i costi di interesse sono pari a zero.

Prestiti? Come funzionano e quali tipologie esistono?

Tra i prestiti più gettonati, si citano i classici prestiti personali e i finanziamenti finalizzati per l’acquisto di un bene o servizio specifico. I due, tendenzialmente, si differenziano proprio per lo scopo della spesa del denaro erogato e concesso al cliente.

Se nel prestito personale non saranno presenti né vincoli né limitazioni per la spesa, nel finanziamento finalizzato, invece, sarà possibile spendere i soldi ottenuti solo per un determinato bene. Difatti, proprio per tale ragione, spesso i finanziamenti finalizzati saranno accordati tra ente di credito prescelto e l’esercente o un rivenditore specifico.

Nel nostro caso esamineremo più da vicino le caratteristiche di un prestito personale. 

Chi può ottenere un prestito personale? Quali sono i requisiti?

A differenza del comunissimo mutuo, il prestito ed il suo ottenimento si rivela assai più semplificato, anche se ugualmente saranno necessari dei requisiti da presentare al fine di potersi considerare idonei.

Che si tratti di un lavoratore autonomo, quindi libero professionista o un dipendente e perché no un pensionato, tutti avranno le stesse identiche possibilità di ottenere il prestito che si desidera al pari di vantare le giuste prerogative.

L’ETà MINIMA PER OTTENERE UN PRESTITO è DI 18 ANNI. iL LIMITE MASSIMO, è COMUNEMENTE QUELLO DI 75 ANNI. MA OGNI SOCIETà FINANZIARIA VALUTERà LE CONDIZIONI MEDIANTE ULTERIORI GARANZIE.

Con questo si intende che, per quanto il limite sia appunto quello dei 75 anni, in base alla politica interna di un ente di credito e sulla valutazione di garanzie specifiche richieste, sarà possibile arrivare anche a limiti più flessibili e concedere quindi un prestito anche a chi ha 85 anni. 

DOCUMENTAZIONE RICHIESTA:

  • Carta di identità.
  • Codice fiscale personale.
  • Documento di reddito mensile. 

Con il documento di reddito mensile si intende: busta paga, modello CUD, modello UNICO o cedolino della pensione. Questo al fine di fornire una forte credibilità creditizia che la banca o l’ente finanziario prenderà in esame per valutare se ci sono o meno i presupposti per accordare un dato prestito. Ricordiamo, infatti, che la prerogativa è quella di poter attestare un impegno mensile che garantisca il rimborso del costo complessivo del prestito. Ma cosa comprendono i costi di un prestito?

Costi, tassi di interesse e spese di un prestito personale.

Quando si decide di domandare un prestito, è buona regola essere consapevoli che al momento della sottoscrizione di un contratto sarà necessario un rimborso non solo del costo della somma erogata, ma anche di una serie di spese aggiuntive dove tra cui sono presenti i costi degli interessi.

Ricordiamo che gli interessi hanno una natura variabile e che questa andrà scelta al momento della sottoscrizione del contratto. Tra i vari più comuni, ultimamente si è diffusa quella del tasso zero. Ma cosa significa? Scopriamolo subito!

Tasso zero? Che cos’è con esattezza?

Il prestito a tasso zero, possiamo dire che in linea di massima è più una tecnica di marketing che un vero e proprio costo zero. Soprattutto in tempi recenti capita assai spesso di notare pubblicità di vari beni come potrebbero essere mobili, auto ecc.

Prima di vedere effettivamente cosa sia il tasso zero, sarà meglio osservare più da vicino come si struttura un prestito. 

  • Importo erogato o somma richiesta effettiva.
  • TAN (Tasso Annuo Nominale) 
  • TAEG (Tasso Annuale Effettivo Globale) 

L’importo erogato è a tutti gli effetti la somma del prestito che viene pattuita al momento della sottoscrizione del contratto di prestito.

Il TAN, è il tasso di interesse puro che viene calcolato sulla base della somma del prestito. In poche parole rappresenta l’importo da versare all’ente di credito ogni 12 mesi ma che, per agevolare l’utente, viene dilazionato all’interno di ogni singola rata mensile. 

Il TAEG, tratta invece un tasso di tipo virtuale utile ad indicare il costo complessivo del prestito, dove all’interno sono incluse le spese di apertura e della gestione del contratto di prestito a carico del beneficiario.

il tasso zero, nella pratica, può essere applicato solo sul tan e significa che l’utente non pagherà nessuna commissione.

In parole povere, anche in ottica del tasso zero, il TAEG non sarà mai effettivamente azzerato. Ad esempio spese come quella dei costi di istruttoria non saranno mai azzerate ma verranno inserite nel TAEG.

E se viene pubblicizzato un tasso zero che comprende anche il TAEG?

In questa specifica evenienza, potrebbe essere che l’esercente si faccia carico del costo della gestione della pratica oppure che i costi siano inglobati nel prezzo di base del bene che si sta acquistando. Tuttavia sono dei veri e propri eventi e comunque avranno sempre dei requisiti, come ad esempio una spesa minima di partenza.

Ma quindi esiste davvero il tasso zero?

Risulta importante non farsi mai abbindolare dai cartelloni pubblicitari e tenere sempre in considerazione che è molto raro non dover pagare nessuna spesa per un contratto di prestito. I cosiddetti debiti accessori, infatti, sono la causa di costi che bene o male saranno pur sempre da pagare. Uno tra questi, ad esempio, è la spesa di istruttoria della pratica.

All’interno di questa spesa vi sono i costi che l’ente di credito sostiene per avviare la verifica dei requisiti nei riguardi del possibile beneficiario di un prestito. Ma altre spese che saranno quasi sempre a carico del richiedente del prestito sono:

  • Spese di rateizzazione. 
  • L’assicurazione sul prestito.
  • commissioni di gestione.

Tutte queste voci, all’atto pratico vengono inserite nel TAEG ed è proprio per tale motivo che si prospetta molto raro l’azzeramento assoluto del TAEG. In proporzione, quindi, con un ipotetico tasso zero si avrà sì un TAN azzerato, ma al pari di un rincaro effettivo del TAEG.

Questa non è certo una regola standard, ma in gran parte è una strategia per gli enti che concedono il finanziamento per rientrare delle perdite del TAN azzerato.  

Clausole comuni di chi offre il tasso zero.

Come abbiamo appurato, nessuno dà niente per niente. Sull’onda di questo concetto, esistono delle clausole che spesso l’istituto bancario o l’ente finanziario imporranno al fine di concedere un cosiddetto tasso zero. Uno degli esempi più comuni è di obbligare l’utente ad aprire un conto presso la banca o l’ente prescelto. In questo modo la banca, ad esempio, avrà il suo tornaconto ricavandoci un buon guadagno.

Un altro esempio sono le assicurazioni obbligatorie che comunque nel complesso, per il beneficiario del prestito, avranno un costo che inciderà sull’importo complessivo della rata mensile.

Conclusioni.

L’unico modo per essere certo di prendere la scelta migliore, è quella di prendere in esame vari preventivi e valutare in modo minuzioso ogni costo preventivato e che in prospettiva di una rata sarà presente. La possibilità di avere a propria disposizione più preventivi permetterà al potenziale cliente di impostare anche un buon piano di ammortamento che non pesi eccessivamente sul reddito familiare.

Il tasso zero, quindi, è un concetto che andrà preso molto con le pinze. Non è tutto oro quello che luccica come direbbe qualcuno e quando si prospettano soluzioni super vantaggiose bisogna essere sempre coscienti e consapevoli che dietro l’angolo ci sia sempre il contraccolpo pronto a infierire. Ecco che, una consulenza trasparente e la lettura delle clausole, sarà in grado di fare la differenza. Che sia in filiale fisicamente o tramite consultazione di siti online non fatevi abbindolare ma osservate i vari punti e decidete solo dopo svariati confronti.

A questo punto non ci resta che augurarvi di fare una migliore scelta e di prendere in considerazione solo società finanziarie serie e che garantiscono credibilità e trasparenza. Tasso zero sì, ma con la giusta presa in esame dei costi secondari. Non fatevi abbindolare anzi, in questo caso l’informazione potrà farvi evitare brutte sorprese!